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La Calabria possiede un ricco patrimonio di Beni Culturali, di cui i Prodotti dell'Enogastronomia sono parte significativa che meritano di essere promossi e valorizzati. La Calabria è una terra di calore e ospitalità, non è solo famosa per le meravigliose coste e il suo mare cristallino, ma vanta anche una millenaria cultura enogastronomica. I piatti tipici della tradizione mediterranea calabrese possiedono specificità riconducibili al territorio, alla sua storia, alla sua cultura. La ricchezza di tradizioni eno-gastronomiche in Calabria è di attribuire ai vari popoli ( Greci, Romani, Normanni, Arabi, Angioini, Borboni, Spagnoli, Francesi), che hanno vissuto in questa regione del Sud Italia. Questi popoli hanno lasciato ognuno una traccia indelebile nella tradizione alimentare calabrese, ne sono la testimonianza le varie spezie e gli aromi come la cannella, i chiodi di garofano, la noce moscata, l'origano, il finocchietto selvatico, la menta, il peperoncino piccante e i dolci ecc.. La gastronomia calabrese è l'esempio più lampante di come la sua gente abbia lungo il corso dei secoli valorizzato le tradizioni culinarie tramandate, e le risorse alimentari locali prodotte dalla sua terra per soddisfare i propri bisogni. Molte tradizioni gastronomiche e i rituali per la preparazione di piatti tipici e conservazione dei prodotti tipici sono legati alla religione e alla cultura della gente di Calabria. I metodi usati per la conservazione e la lavorazione dei prodotti della terra e del mare hanno sempre avuto un ruolo primario nella gastronomia calabrese. Seppure, nel corso dei secoli, le tecnologie per migliorare la qualità degli alimenti e la loro conservazione siano progredite, tuttavia i metodi di base sono rimasti invariati. Con i sistemi industriali di conservazione del cibo (inscatolamento, refrigerazione, liofilizzazione) si sono avuti notevoli miglioramenti rispetto alle condizioni igieniche, alla qualità dei prodotti, al mantenimento dei valori nutrizionali, alla sicurezza rispetto ai rischi di contaminazioni batteriologiche, ma le procedure di conservazione restano quelle della tradizione. Salare, affumicare, essiccare al sole, conservare nell'olio di oliva, o sott'aceto sono stati per anni le preoccupazioni delle genti di Calabria che dovevano fare i conti quotidianamente con la penuria del cibo. In una terra aspra, ma ricca di prodotti, la tradizione contadina e quella marinara hanno tramandato i segreti della lavorazione della carne di maiale, dei formaggi, degli ortaggi e dei pesci dei nostri mari, per ricavare gustosi preparati, i cui sapori, odori e colori restano unici nel tempo. La passione dei calabresi nella cucina e la pazienza dedicata alla trasformazione di elementi semplici, ha generato alimenti saporiti e preziosi. Un'alimentazione mediterranea basata sul grano, sull'olio e sul vino. Non a caso il proverbio affermava: Si c'è farina, uogliu e vinu, a casa è chjina. Poteva sentirsi veramente ricca quella famiglia che aveva la possibilità di mietere il grano, di vendemmiare, raccogliere le olive e anche di allevare il maiale. Nel settore agroalimentare calabrese troviamo diverse tipologie di prodotti di alta qualità: da i prodotti riconosciuti e garantiti come i Dop (Di origine protetta) con l'olio d'oliva, il bergamotto, i formaggi e i salumi; gli Igp (Identificazione geografica protetta) delle clementine, della cipolla rossa di Tropea o della patata della Sila; e i Doc (denominazioone di origine controllata) e Igt (Indicazione geografica tipica) dei molti vini calabresi. Queste differenti categorie di prodotti hanno in comune valori di qualità, di cultura alimentare, di radicamento nel territorio geografico, sociale e produttivo. La Calabria, quindi, ha un primato significativo tra le Regioni nella classifica dei prodotti agroalimentari tradizionali e di buona qualità. In conclusione, vogliamo ricordare alcuni dei prodotti della gastronomia calabrese quali, la famosa 'Nduja di Spilinga, la Cipolla Rossa di Tropea, il Pecorino del Poro, l'olio extravergine d'oliva, i funghi porcini e il caciocavallo silano, il pecorino crotonese, la sardella, il vino e i liquori alle erbe e la liquirizia dalla quale si ricava un nobile liquore a Rossano. |